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Report of Convegno"Cannabis fa bene, la cannabis fa male"
 
Il giorno 5 Giugno 2014,

il Presidente in carica della

 CCSVI Campania Onlus

ha partecipato al Convegno

"La cannabis fa bene,

la cannabis fa male.

Una proposta di legge per l'accesso

ai medicinali cannabinoidi"


in Senato, presso il Palazzo di Santa Maria in Aquiro a Roma.





Di seguito il report:




Il titolo dell’adunanza, motivo di sgomento per alcuni partecipanti, voleva evidenziare le varie controversie vigenti
in merito alle cure a base di cannabinoidi e a quella che di fatto è la non conoscenza scientifica:

Relative difficoltà di prescrizione in mancanza di protocolli specifici se non per il Sativex, la difficoltosa burocrazia all’accesso tramite Servizio Sanitario Nazionale, gli elevati costi della distribuzione farmaceutica  della soluzione galenica(Bedrocan) ed i forti dubbi sull’autocoltivazione




Il Senatore Luigi Manconi ha convenuto infatti al no sull'autocoltivazione se non regolamentata, così come nella disinformazione della classe medica e la lunga e difficoltosa burocrazia vigente laddove le resistenze burocratiche e amministrative alimentano notevolmente il già complesso percorso alla terapia.





L’Assessore alla Salute della Regione Toscana,

Luigi Marroni


ha specificato che pur essendoci in Toscana sia legge che regolamento a proposito, sono necessarie evidenze scientifiche che ne giustifichino i costi, altrimenti resta un opinione da  non poter addebitare al SSN.

Pertanto al momento la Regione sta facendo riferimento unicamente alle linee guida del ministero della salute e per quello che riguarda il Sativex.

Ha inoltre dichiarato che c’è tutta la disponibilità a collaborare con l’Istituto Farmaceutico Militare e che sono già in contatto con la Facoltà di Agraria toscana per comprendere se fosse possibile passare alla produzione.



L’Assessore alla Salute della Regione Sicilia,

Lucia Borsellino


ha dichiarato che la Regione ha seguito con non poche difficoltà  un piano di rientro e tramite regolazione secondaria, anche con una delibera di giunta del 26/03/2014, per non incappare in azioni illegittime. Lo scopo è stato quello di evitare l’attivazione dei farmaci cannabinoidi a spese dei pazienti ma che soprattutto avvenisse sotto controllo  dell'ambito medico e scientifico; il Sativex è nel piano di distribuzione tramite SSN.

Altro obiettivo sarebbe quello di implementare la cultura della cannabis nella terapia del dolore.

Ha inoltre specificato che la prescrizione dovrebbe restare al medico ospedaliero e non a quello di base, soprattutto non è d’accordo sulla soluzione galenica e la relativa distribuzione farmaceutica.

Ha però evidenziato il principio della Sostenibilità  facendo riferimento alla differenza di costi tra gli attuali farmaci palliativi  e quelli a base di cannabis, laddove è chiaro che il SSN ne avrebbe importanti risparmi economici.

Favorevoli a collaborare con l'Istituto Militare e categoricamente in disaccordo con l'autocoltivazione  in quanto non potrebbero essere rispettati i principi di qualità e sicurezza.





Il Primo Ricercatore del CRA-CIN Centro di Ricerche per le culture Industriali (RO), Gianpaolo Grassi

Ha tenuto una relazione sui cannabinoidi che ha dimostrato non il parere in merito ma i larghi numeri nell’uso della terapia  usata non solo per la Sclerosi Multipla ma anche per SLA, HIV, Cancro e la Disfunzione del sistema immunitario.

Ha dimostrato in cifre il notevole risparmio che potremmo avere producendola in Italia arrivando ad un risparmio  di 14 volte rispetto ai costi attuali.

Ha dichiarato inoltre che sono in grado di offrire terapie personalizzate e addirittura un farmaco per l'effetto placebo qualora evincesse l’interesse ad uno Studio Scientifico in doppio ceco.

Ha concluso descrivendo l’importante azione del Cbd nel trattamento di tumori.





I costituenti  dell’Associazione “La piantiamo”, erano tutti presenti e sicuramente concordi sull’indiscutibile intenzione di portare avanti il diritto all’autocoltivazione ed in piena autonomia dal controllo medico-scientifico.

Il messaggio è stato univoco e molto palese ma essendo stato espresso da più membri riporto le singole affermazioni che sicuramente descrivono la fermezza nella battaglia stessa:

“Se ci venite a rompere i coglioni in Puglia siamo pronti a scatenare l’inferno. Il Sativex è una truffa. Noi abbiamo costituito una srl ed è assurdo che la produzione sia data al controllo farmaceutico piuttosto che ai pazienti stessi. Siamo vittime di ingiustizia! In Puglia il Bedrocan costa 70,00 euro al gr e Lucia ne deve prendere 5 al giorno. Non è vero che ci sono tante qualità di cannabis e non è vero che fa male e che non può essere gestita dal paziente in piena autonomia dal medico.”

Video: http://www.radioradicale.it/scheda/413170/la-cannabis-fa-bene-la-cannabis-fa-male 






Le mie conclusioni:




La classe medica è molto disorientata dalla terapia a base di cannabis ma non contraria.

Le preoccupazioni sono essenzialmente legate alla non conoscenza della cura stessa piuttosto che  ai reali danni che si pensa possano subentrare. Tant’è che chi  fa uso terapeutico di cannabis è oggettivamente cosciente che  non esistono controindicazioni importanti e che il vero problema è la chiusura mentale verso l’idea che vige in merito,  laddove  per molti sembra restare  una “droga”.

 In realtà basterebbe che i maggiori esponenti della sanità italiana si sedessero a tavolino per degustare una tisana a base di cannabis per  rendersi conto che può far bene a chiunque.

La cannabis funge da miorilassante, antinfiammatorio e vasodilatatore e sono poche le problematiche in cui non può essere d’aiuto.

Detto questo, è chiaro che la classe medica necessiti di svolgere il proprio lavoro secondo quelli che sono sempre stati i propri standard: protocolli specifici e controllo sul paziente. 

Questione su cui possiamo essere completamente d’accordo purché  si avanzi concretamente in Studi Clinici Controllati, in quanto  è  necessario non sottovalutare che esiste una grossa percentuale di pazienti che necessitano di essere inizializzati  alla terapia, spesso anche in concomitanza di ulteriori terapie in uso che andrebbero sospese gradualmente e con l’aiuto del medico. Parliamo soprattutto di psicofarmaci.

In qualità di paziente, oltre che testimone per terzi, posso affermare con fermezza che  l’uso terapeutico di  cannabis pregia il malato di un miglioramento visibilmente concreto  nella sua qualità di vita.

Inoltre, avendo assunto sia cannabis farmaceutica che non, posso testimoniare di aver raggiunto maggiore  stabilità anche nelle controindicazioni(sonnolenza, fame chimica, mal di testa) usando il  Bedrocan.

Quest’ultimo mi costa 35,00 euro al grammo quando potrei pagarlo meno della metà se fosse prodotto in Italia; ancora meglio se fosse il Servizio Sanitario Nazionale ad assumersene l’onere considerato l’enorme risparmio economico che potrebbe raggiungere rispetto alle attuali terapie palliative.





Per quella che è la nostra battaglia, fin dalla costituzione della CCSVI Campania Onlus, abbiamo cominciato una raccolta di dati previsionali perché i pazienti possano testimoniare la propria esperienza, incentivando  le istituzioni a prenderle in seria considerazione: http://www.ccsvicampaniaonlus.it/ccsvi-campania/scheda-articolo.asp?id=65



Tisana a base di Cannabis, secondo personale informazione ed utilizzo.

http://www.ccsvicampaniaonlus.it/ccsvi-campania/scheda-articolo.asp?id=30




Il nostro impegno c’è.




Celeste Covino

 
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