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Report of III Annual Meeting ISNVD
 
Cara Celeste,

il Corso presso il III Annual Meeting ISNVD (International Society for Neurovascular Deseas),come ti ho già accennato, è stato molto interessante.



Il primo giorno ci sono stati 4 corsi riguardanti un approfondimento della diagnostica eco-doppler della CCSVI tenuto da Nikolas Liasis (Grecia), sul doppler trans-cranico (Erica Menegatti), sull'IVUS nei pazienti affetti da CCSVI (Sclafani USA) e sulla tecnica del trattamento endovascolare con metodica PTA, cutting ballons e stent da parte di Tomasz Ludyga (Polonia)



I corsi sono stati molto interessanti, in particolare quella sulla IVUS che è una metodica di poter effettuare una ecografia endovascolare mentre si effettua la flebografia e quindi una angioplastica mirata con i conseguenti risultati della stessa.



Anche il trattamento endovascolare effettuato dal gruppo polacco è stato interessante, anche se al momento loro utilizzano stent normalmente utilizzati per i vasi addominali e per gli arti inferiori, non hanno valutazione di cntrollo, hanno una bassissima percentuale di restenosi ed una modesta presenza di lesioni della vena azygos (5%) laddove le casistiche internazionali ne mostrano un 50%.



Il congresso è entarto nel vivo il 24 febbraio con una lettura magistrale di Seshadri Raju (USA) che ha descritto le diagnosi ed il trattamento delle trombosi delle vene iliache che spesso sono misconosciute, ma sono molto pericolose per rischi di embolia polmonare e dalla casistica presentata il trattamento migliore è l'applicazione di stent facendo i dovuti paragoni con le lesioni dei vasi giugulari.



Nella stessa data, nel pomeriggio sono stati i primi dati sullo studio Ectrims 2012 da Robert Zivadinov, che dimostra i rapporti tra CCSVI, la SM ed il Suo trattamento.



Prima magistrale lezione è stata effettuata dal Prof. Zamboni sulle modalità di esecuzione dell'esame Eco-doppler per la diagnosi di CCSVI e di come possa dare falsi risultati negli esaminatori che non abbiano esperienza nella diagnosi di questa particolare patologia.



Il Prof. Dake della Stanford University ha invece evdenziato tutte le metodiche per una corretto studio endovascolare e per il suo trattamento nella CCSVI alla luce della esperienza maturata in questi anni.



Successivamente si è discusso sulla valutazione della Vena azygos per via trans-esofagea: tale metodica normalmente utilizzata per una valutazione cardiaca consente di fare una diagnosi a colori di una eventuale lesione della vena azygos.



Il Prof. Sclafani ha successivamente ribadito la bontà dell'IVUS (ecografia durante l'esame flegrafico) per una corretta valutazione delle lesioni delle giugualri e della azygos e per il loro trattamento.



Il prof. Manicini ha discusso sull'utilizzo della diagnostica eco-color doppler con mezzo di contrasto per la valutazione del circolo ecrebrale e come questo sa modificato allorquando si è in presenza di CCSVI.



Infine nel terzo giorno si è valutato la presenza della CCSVI nei pazienti affetti da morbo di Parkinson (M.Haacke), la CCSVI in età pediatrica e in altre malattie neurologiche nella medesima età (R. Zivadinov) e la presenza di di una sospetta genesi da infezione protozoaria nei pazienti affetti da SM (S.Fry USA).



Successivamente si è discusso sulle nuove metodiche di diagnosi della CCSVI con particolare riferimento ai mezzi di contrasto, alla flebografia ed a uno studio comaprativo sulle varie metodiche di imaging della CCSVI eso ed endocranica.



Il Prof. Zamboini ha tenuto una seconda lezione magistrale su cosa è cambiato nei 10 anni di ricerca sulla CCSVI, sia come diagnosi che sulle modalità di trattamento.



Poi è stato ribadito anche le nuove modalità di diagnosi con RMN posizionali (cioè con capacità di cambiare le posizioni).



Infine ci sono state una serie di comunicazioni scientifiche, tra cui la mia sulla esperienza maturata in 144 procedure endovascolari;



le modificazioni del fluido cerebro-spnale nei pazienti affetti da SM e dopo essere trattati, l'utilizzo del Cutting Ballon nel trattamento delle lesioni delle vene giugulari, un caso di compressione ab-estrinseco della vena giugulare (dott. Lupattelli).



Qualche realazione dubbiosa sul fatto che la CCSVI possa essere la causa di SM.



E infine alcune valutazioni fisiche sul  calcolo del deflusso venoso da cervello nei pazienti sani e nei pazienti affetti da SM.



Spero che la presente descrizione sia abbastanza esaustiva. Ti allego l'astract ed il lavoro presentato.

In allegato, tutti gli abstract dei lavori menzionati.




A presto, Aldo Bruno






Cracovia (Polonia), 23-25 febbraio 2013






EXPERIENCE IN 144 ENDOVASCULAR TREATMENT OF CCSVI IN MULTIPLE SCLEROSIS.

Author’s  A.Bruno° M.D., D. De Lucia°° m.d. Ph.D., D. Mastrangelo° M.D., B. Bernardo° M.D.

° Division Vascular Surgery GEPOS –Telese (BN) ITALY

°°  General Hospital at Second University of  Naples  ITALY



INTRODUCTION


Multiple Sclerosis (MS) is an autoimmune disease characterized by multifocal areas of inflammation and demyelization within the central nervous system (CNS). The mechanism that trigger the disease remains elusive. However, recent findings may indicate that multiple sclerosis, at its source, could be a hemodynamic disorder. Endovascular treatment has been suggested for chronic cerebrospinal venous insufficiency (CCSVI).

Zamboni and co-workers found that MS patients exhibited significant stenoses in extracranial veins that drained the CNS (Zamboni et al., 2008).

Authors have twenty years experience in endovascular treatment of arterial and venous diseases and taking into consideration the recent discovery made by Prof. Zamboni regarding the presence of endoluminal malformations of the jugular and/or azygos veins in patients with MS, have extended their field of application to CCSVI.



MATHERIAL AND METHODS

Between February 2011 and July 2012, 144 endovascular procedures were performed in 110 patients affected by MS with at least two positive parameters for CCSVI.

Patients were selected according to the criteria developed by Prof. Zamboni using echoDoppler ultrasound method performed by My.Lab Vinco equipment. The patients had been diagnosed with the disease 1 to 34 years previously and all patients had functional deficits resulting from the MS. The following clinical outcome measures were used: annual relapse rate and Expanded Disability Status Scale (EDSS) score. The patients were not selected according to their type of MS.

All the patients were observed intensively (mean 8 hours) on the day of the endovascular treatment to monitor for possible complications (re-thrombosis, bleeding, shock, heart attack).

Standard endovascular technique was used, through a femoral percutaneous approach performing a single or multiple PTA of internal jugular vein and/or azygos vein. Patients was given intraoperatively a single dose of sodium heparin (5000 iu) and were discharged the day after with prescription of high dosage LMW heparin (8000 iu sc twice/day/20 days followed by assumption of  Mesoglycan at dosage of 100 mg/day for prolonged periods (12-24 months).

It was recommended a follow-up by neurological examination and ecocolorDoppler according to the protocol Zamboni  be undertaken at intervals of 1,3,6, 9 and 12 months.



RESULTS



We reported good results in about 55% of patients, immediately at discharge or at most one month later. In 25% of patients we observed a recurrence of clinical symptoms (mean interval: 3 months). Twenty percent had no benefits.

In only 2 cases (0.1%) was there a resurgence of the disease after 3 months which was treated with high-dose steroid therapy.

In our experience no major complications occurred; only two cases presented a minor complication (inguinal hematoma), which was quickly resolved without any further need for hospitalization. Thirty-four patients required a second treatment after 6 months because a clinical recurrence and a restenosis identified by US.

Thus, the localization of venous obstructions could significantly influence the clinical picture and prognosis of the disease.





CONCLUSIONS



We here report the results of the extended follow-up of patients included in a preliminary self-controlled program which evaluated the clinical effects of endovascular treatment for CCSVI in a cohort of relapsing-remitting (R-R) MS patients. Our findings have shown that there were venous abnormalities in patients with MS.

We believe that the endovascular treatment of CCSVI is safe, effective in almost 55% of patients and can be combined to drugs already being used. These good results must be considered, even if there is no unambiguous criterion of the relationship between treatment and benefit expecially for long-term results.

Therefore, patients will need to be followed before and after treatment to objectively assess changes in flow and their effects in patients recovery after percutaneous transluminal angioplasty.

In addition to or instead of pharmacotherapy, surgical correction could be an option in some anatomical variants of pathological venous outflow.

The authors feel that a hemodynamic approach to the MS patients could open a new sphere of investigations and treatment of this debilitating neurologic disease.

 
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